MATTARELLA: ‘È LA PERSONA E NON L’ETNIA A ESSERE DESTINATARIA DI DIRITTI UNIVERSALI’
“Figlio del suo secolo, Manzoni ha avuto la peculiarità – che appartiene soltanto ai grandi – di gettare sulla società e sulla realtà storica del suo tempo uno sguardo lungimirante, capace di andare oltre, collegandosi – e spesso ispirandole – alle forze più vive e dinamiche della cultura italiana ed europea, pervase dall’aspirazione alla libertà, all’indipendenza, all’autodeterminazione. Un’aspirazione che non può essere disgiunta dall’opposizione e dalla ripugnanza nei confronti della tirannide, dell’abuso di potere, della violenza, dell’ingiustizia, specialmente contro i poveri, gli umili, gli indifesi. Manzoni si è sempre sottratto, per la sua proverbiale riservatezza e anche per ragioni di salute, alla militanza politica in senso stretto. Ma è considerato, ben a ragione, un ispiratore e un propulsore del nostro Risorgimento e dell’Unità d’Italia. Ed è, a tutti gli effetti, un padre della nostra Patria”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante le celebrazioni a Casa Manzoni.

“Ricollegandosi alla grande tradizione della poesia civile, di Dante, Petrarca, Foscolo, ambiva a un’Italia unita, che non fosse una mera espressione geografica, una addizione a freddo di diversi Stati e staterelli, ma la sintesi alta di un unico popolo, forte, orgoglioso della sua cultura, della sua storia, della sua lingua, delle sue radici. Ve ne è traccia, efficace e di rimpianto, nel Coro dell’Adelchi”, ha dettoil capo dello Stato. “Cattolico integrale, ma mai integralista, Manzoni ha affrontato la questione dell’ingresso e della presenza delle masse cattoliche all’interno del processo risorgimentale e di formazione nazionale, respingendo ogni tentazione di mantenimento di forme di potere temporale della Chiesa, da lui considerato storicamente superato, origine di corruzione e fonte di gravi mali”. E, ha aggiunto Mattarella, “anche quando queste tentazioni temporalistiche o neotemporalistiche si presentavano nella forma temperata e accattivante proposta da animi illuminati, come Gioberti o il suo amico, e padre spirituale, Rosmini. Da senatore, infatti, Manzoni non ebbe alcuna remora nel votare a favore di Roma capitale, nonostante la minaccia di scomunica papale. Nulla, per l’autore dei Promessi Sposi, è più nefasto delle teorie politiche astratte che immolano sull’altare della ragion di Stato i diritti di uomini o di intere popolazioni. Nulla, per lui, è più sacro della vita umana. La verità deve prevalere sulla menzogna, la tolleranza sull’odio, la pietà sulla violenza, la morale sul calcolo di convenienza”.

Nella visione di Manzoni, ha detto Mattarella, “è la persona, in quanto figlia di Dio, e non la stirpe, l’appartenenza a un gruppo etnico o a una comunità nazionale, a essere destinataria di diritti universali, di tutela e protezione. È l’uomo in quanto tale, non solo in quanto appartenente a una nazione, in quanto cittadino, a essere portatore di dignità e di diritti. Nell’idea manzoniana di libertà, giustizia, eguaglianza, solidarietà si può scorgere una anticipazione della visione di fondo della Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo del 1948. Una carta fondamentale, nata dopo gli orrori della Seconda Guerra mondiale, che individua la persona umana in sé, senza alcuna differenza, come soggetto portatore di diritti, sbarrando così la strada a nefaste concezioni di supremazia basate sulla razza, sull’appartenenza, e, in definitiva, sulla sopraffazione, sulla persecuzione, sulla prevalenza del più forte. Concetti e assunti che – come ben sappiamo – sono espressamente posti alla base della nostra Costituzione repubblicana. Dai diritti dell’uomo la concezione manzoniana si allarga a quella del diritto internazionale e dei rapporti tra gli Stati, dove si ritrova una critica lucida e serrata al nazionalismo esasperato. Perché la moralità, la fraternità e la giustizia devono prevalere sugli odi, sugli egoismi, sulle inutili e controproducenti rivalità”.